domenica 22 aprile 2012

Pontevico - Lodi (Play-out)

Pontevico: Fontana 11, Gregorat 4, Sozzi 7, Gozzoli 6, Facchini 6. Castelli 6, Boffini 3, Barbieri, Zucchinelli 1, Laffranchi 7. All.: Celli.
Fanfulla: Pulvirenti 10, Marciano 4, Picco 3, Dardi, Biasini 20. Nesca 3, Brino. N.e.: D’Ambrosio J., D’Ambrosio V., Senna. All.: Crotti.
Arbitri: Sironi di Limbiate (MB) e Grandi di Milano.

Note. Tiri liberi: Pontevico 18 su 28, Fanfulla 16 su 22. Tiri da tre: Pontevico 5 su 10, Fanfulla 2 su 20. Cinque falli: nessuna.

Pontevico. La Fanfulla non ha ancora finito di elargire regali. Stavolta ne fa un altro, molto consistente ed importante, al Pontevico, nella prima gara del play out che vale la permanenza in B1. Ed il Pontevico, anche se Pasqua è ormai alle spalle,  non si fa certo scrupoli, mettendo con la schiena per terra le bianconere. L’inizio di gara della Fanfulla sembra addirittura un suicidio assistito, con la difesa che va sotto sui tiri in faccia dell’ala Fontana e del play Sozzi, spavalde e precise nel prendere in mano la situazione e scavare in men che non si dica un importantissimo e profondo solco. Pontevico ci mette soprattutto il cuore, confortato anche dalle alchimie tattiche di coach Celli. Fanfulla a tratti inguardabile, con tante palle perse, quasi a livello di minibasket. Ne lsecondo minitempo la squadra di Crotti cambia faccia e mentalità, chiudendo bene gli spazi difensivi, facendo leva su una prestazione “monstre” di Biasini (13 rimbalzi difensivi). Pulvirenti cerca di prendere per mano la squadra in cabina di regia, infilando anche una tripla che dà speranza. Si va al riposo lungo sotto di 9, ma c’è finalmente quella grinta e quella voglia di recupero che sembra materializzarsi quando si ritorna in campo. E’ Biasini, orgoglio da capitana, a fare a sportellate con la difesa locale, bruciando la retina in più di una occasione, soprattutto dalla lunetta (per lei un sontuoso 12 su 14). A pesare è sempre e comunque il fardello di punti presi nella prima frazione, abilmente amministrato da un Pontevico che alterna momenti difensivi a uomo con una zona non troppo sicura, ma esaltata dalla marchiana imprecisione al tiro da parte delle bianconere (9 su 28 nei tiri da sotto). Si arriva cos&igrav e;all’ultimo quarto con le locali più lucide e maggiormente riposate, grazie anche alla attenta rotazione messa in atto dal sapiente ed attento Celli. In questo frangente va dato atto alle bianconere di averle provate tutte, purtroppo senza successo. Per cercare di accalappiare uno straccio di speranza verso la vittoria resta ormai solamente il tiro dalla lunga distanza: si prova e si riprova, servendo il cecchino piazzato sul lato debole della difesa avversaria, ma la palla, a parte una “bombetta” di Picco, non ne vuol proprio sapere di entrare in quel maledetto cerchio di ferro.

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